Fondazione Merz

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Lo Spazio dell’Uomo

un’indagine sulla scena artistica contemporanea cilena, attraverso l’incontro tra la storia del passato e la realtà del presente

 

23 gennaio – 11 maggio 2008

 

A cura di Beatrice Merz e Francisca Moenne

Come punto di partenza, la Fondazione ha scelto di presentare, per la prima volta in Europa, il Museo de la Solidaridad Salvador Allende con una selezione di 29 opere della loro collezione d’arte internazionale, per poi offrire uno sguardo sulla produzione artistica attuale, qui rappresentata dai lavori di sei giovani artisti cileni.

Nel 1971, Italia e Cile furono protagonisti di un’importante operazione culturale che portò, un anno più tardi, all’istituzione di un museo internazionale unico nel suo genere.
Per volontà del suo ideatore, l’allora presidente Salvador Allende – destituito dal golpe del 1973 – , il Museo de la Solidaridad infatti fu il risultato del lavoro di un gruppo di esponenti della cultura internazionale. Tra il 1971 e il 1973 il Museo raccolse le opere donate dagli artisti di tutto i mondo che resero possibile la creazione di una collezione d’arte destinata al pubblico cileno, che continuò ad arricchirsi anche negli anni del Regime, con un intento di solidarietà politica e che finalmente oggi trova una sua collocazione in un nuovo spazio espositivo a essa dedicato.

Parallelamente, la scena artistica cilena è animata da una forte potenzialità creativa, numerosi artisti si muovono nella ricerca visiva e in molti di loro ritroviamo radicata l’indagine sulla memoria, sullo “spazio umano” inteso come identità, non solo politico-sociale. Tra questi sono stati identificati gli autori delle opere presenti nella mostra alla Fondazione Merz.

Pitture di Joan Miro, Roberto Matta e Frank Stella, sculture di Alexander Calder e Jorge Oteiza, disegni, collage, serigrafie di altri artisti di rilievo, dialogano cosi con le installazioni polifoniche di Claudia Aravena, Mónica Bengoa, Guillermo Cifuentes, Andrea Goic, Bernardo Oyarzun e Sebastian Preece, producendo un contrasto visivo che, se da un lato evidenzia l’inarrestabile e universale evoluzione del linguaggio dell’arte, dall’altro apre un dibattito sul ruolo dell’opera all’interno del contesto storico e sociale nel quale viene prodotta e rappresentata.

L’esposizione è realizzata in accordo e con il sostegno della Regione Piemonte, con il contributo della DIRAC (Ministero de Relaciones Exteriores), il patrocinio dell’IILA (Istituto Italiano Latino Americano) e in collaborazione con la Fundación Allende.