La mostra di Petrit Halilaj (Kostërrc, Skenderaj-Kosovo 1986) vincitore per il settore arte della seconda edizione del Mario Merz Prize rappresenta il momento culminante e conclusivo di un articolato progetto, curato da Leonardo Bigazzi, e declinato in tre diverse tappe.
Il primo e fondamentale capitolo è costituito dalla performance, il più grande intervento di arte pubblica mai realizzato da Petrit Halilaj, tenutasi il 7 luglio 2018 presso le rovine della Casa della Cultura di Runik (Kosovo). A questa è seguita la mostra allestita dal 20 luglio al 19 agosto 2018 al Zentrum Paul Klee di Berna (Svizzera), punto di contatto tra Shkrepëtima e la ricerca sviluppata precedentemente dall’artista con la serie di opere RU.
Infine, il progetto giunge a Torino, restituito nelle forme di un’importante e inedita mostra conclusiva, dove sono presentate installazioni monumentali che ricontestualizzano all’interno dello spazio espositivo le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena della performance di Runik.
Il progetto Shkrepëtima prosegue l’indagine dell’artista sulle radici storiche della cittadina kosovara dove è cresciuto, riflettendo sul potenziale dell’arte e sul valore della memoria. Intervenendo direttamente sulla realtà, Halilaj intende modificare i processi di costruzione della storia collettiva della sua comunità riavvicinandola alle proprie origini e mettendo in discussione alcuni modelli che ancora oggi ne regolano la struttura sociale.