La Fondazione Merz e Liban Art sono lieti di presentare Sacred Catastrophe: Healing Lebanon un progetto espostivo di pace e di riconciliazione di Zena el Khalil.
Per 40 giorni la mostra personale di Zena el Khalil e i numerosi eventi (workshop, conferenze, performance, concerti, dibattiti) che la accompagnano, animeranno il Beit Beirut, luogo simbolo della travagliata storia di guerra del Libano. L’edificio è situato sulla “green line”, una “terra di nessuno” che durante le guerre civili spaccava in due la città dividendo il quartiere a maggioranza musulmana dal quello a maggioranza cristiana. Data la sua posizione strategica da edificio di civile abitazione era divenuto un fortino militare, postazione preferita dai cecchini.
Zena el Khalil è da sempre profondamente impegnata nella memoria della storia del suo paese e dalle conseguenze che ne sono derivate. Il suo lavoro si concentra sulla considerazione che l’arte e la cultura possano generare un impatto positivo sul mondo; in particolare per questo progetto riflette sulla volontà di trasformare un’idea, un oggetto, un luogo di violenza in qualcosa che generi pace.
Per la mostra al Beit Beirut Zena el Khalil presenta una serie di pitture, sculture, lavori sonori, fotografie e video dislocati nei quattro piani dell’edificio.
Le opere presentate in mostra sono il frutto di una metodologia lavorativa che l’artista ha perseguito negli ultimi anni, un processo che ha inizio con cerimonie di guarigione in luoghi che hanno subito esperienze violente come massacri, torture di esseri umani o anche catastrofi naturali. Le cerimonie comprendono una fase di meditazione, di canti e danze e un rituale del fuoco purificante. A questi fa seguito una fase creativa, di produzione artistica, che corrisponde alla trasposizione di residui energetici negativi in amore e luce.
Il progetto è realizzato con il patrocinio della Città di Beirut e con l’istituto italiano di Cultura a Beirut.