Il volume è la testimonianza del progetto che l’artista ha realizzato a Torino: la mostra alla Fondazione Merz (31 ottobre 2008 – 11 gennaio 2009), un workshop con gli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti, un convegno con il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Torino e una rassegna cinematografica coordinata dal Museo del Cinema. Matthew Barney, prestigiatore che mescola verità e finzione, è l’Houdini dell’arte contemporanea. Elaborando una propria mitologia visionaria, con una serie di celebri film, la sua figura si è fusa completamente con il mito che ha creato attorno a se stesso, come corpo e faccia, ancor prima che come mente, prestati ai molteplici personaggi interpretati nelle sue opere video. Il suo lavoro è partito dall’idea di “video arte” per poi accogliere e trasformare tutti gli altri linguaggi, dalla scultura al cinema, passando per il teatro, la moda, l’architettura, il design, la fotografia. Barney mescola porzioni di tutte le mitologie prodotte nella storia dell’umanità, da quelle più classiche e antiche, alle più anomale e sconosciute, creando nuova grande cosmogonia.