“In cinque minuti di gazzarra tre attori sono in scena illuminati da una sola luce.
Ciò che devono fare li mette in crisi da subito, a partire dal ruolo che devono interpretare: non si tratta di dare vita a dei personaggi e basta. Uno di loro si sostituisce ad un leggio, un altro regge il microfono come un’asta umana perché di questi tempi “non è il lavoro che manca: è la voglia”. Il terzo arriva e mette subito in chiaro di non essere padrone del proprio destino in quanto interprete; anzi, ha un gran desiderio di andarsene e di tornarsene a casa. Ma non può, né lui né i suoi compagni, perché non c’è nessun altro posto dove andare: devono stare là, in un luogo dove sono i personaggi a impossessarsi di loro. Inizia un viaggio dentro uno spazio mentale dove il passato e il presente convivono sullo stesso piano temporale, dove nonni, madri e padri da vecchi e da giovani si incontrano nel cuore dell’attore/personaggio, portatore in/consapevole dei cuori di chi lo ha preceduto. È una battaglia intorno ad una nascita negata, ad una rapina: “hanno preso un bambino ad una donna bambina”. Le storie prendono corpo letteralmente nei corpi degli attori in continuo conflitto con i propri personaggi. Gli attori si oppongono, soccombono, si ribellano, a tratti sembrano perdersi per poi ritrovarsi repentinamente con grande forza in un continuo slittamento tra storie familiari che riemergono dal nulla apparente, da un vuoto pieno di segreti e cose non dette ma sempre vive, di silenzi, di racconti di un tempo lontano che ri/bruciano qui e ora in una zona sospesa dove il tempo che passa non passa mai: “tanti anni fa, non piangere; non piangere, tanti anni fa.
Ci sono storie che forse non possono essere raccontate perché troppo terribili. Alla fine gli attori si arrendono o lanciano una sorta di sfida a chi li sta guardando e ascoltando: continuate a raccontare voi, se ne siete capaci, prima che queste storie frammentate in una rapsodica rivolta tornino (di nuovo?) nell’oblio, “prima che vadano a finire nei ricordi di nessuno”. Daniele Gaglianone e Evandro Fornasier
Lo spettacolo teatrale Cinque minuti di gazzarra è presentato in occasione della mostra in corso Solo da Bambini di Lina Fucà, Daniele Gaglianone e Paolo Leonardo e di Grand Tour Contemporaneo, un programma di mostre ed eventi dedicati all’arte contemporanea italiana promosso dal Comitato Fondazioni Arte Contemporanea