Nella primavera del 2024 il LAM di Lille dedicherà a Marisa Merz una personale. Sarà la prima ad essere concepita senza l’artista e a basarsi esclusivamente sulla ricerca d’archivio, le testimonianze, l’indagine dei luoghi di vita e di lavoro. Unica donna nel gruppo dell’Arte Povera – di cui rappresenta una posizione radicalmente personale e defilata – Marisa Merz è autrice di opere che trascendono lo spazio-tempo della dimensione privata per affermarsi come atti di concentrazione che rivelano la struttura portante delle materie, delle forme, dei sentimenti umani… “A occhi chiusi gli occhi sono straordinariamente aperti” ha dichiarato l’artista, la cui pratica consiste nel tessere trame, svolgere l’azione del segnare e tracciare, accarezzare e modellare superfici, precarie e intense, che si dispongono in sequenze atemporali di tocchi, sfiori, accenni. Opere senza classificazioni, continuamente rilavorate nel corso degli anni e contigue allo scorrere dell’esperienza. Anche i loro titoli “vanno e vengono”, opere quindi del forse (o del “quasi” come ha scritto Hans Ulrich Obrist), effimere rivendicazioni di un principio d’indeterminazione che ci permette di riaprire gli occhi e accogliere meglio ciò che intorno e dentro di noi esiste, e cerca di esprimersi.