Gli artisti, partendo dall’osservazione del Mahayajna, il sacrificio al fuoco che celebra il benessere del mondo e di tutti gli esseri viventi, riflettono sulla condizione dell’etnia tamil a cui i bramini appartengono in riferimento all’ultradecennale guerra civile in Sri Lanka. Una contrapposizione che gli artisti hanno sentito molto forte, perché vede da un lato la ricerca dell’armonia insita nell’uomo e, dall’altro, la prepotente prevaricazione del potere che annulla gli equilibri, genera lacerazioni e grande sofferenza umana.
I due artisti, interagendo con il lavoro di Laib, hanno accostato le immagini dei bramini in Fondazione a quelle crude della guerra e della realtà quotidiana dell’etnia tamil in diaspora, cercando una chiave di lettura che porti a vedere la contrapposizione come l’arricchimento di un dialogo. La mostra si compone di diverse installazioni video che si susseguono nello spazio della Fondazione con un andamento quasi circolare fino a concludersi al piano interrato, dove si incontra l’opera Soul diaspora intorno alla quale ruota tutto il progetto No Fire Zone.