La mostra presenta oltre cento opere, sia storiche, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, sia recenti e spesso inedite, installate sotto la guida acuta e meticolosa dell’artista, con l’intento di esprimere il carattere intimo e visionario della sua poetica.
Non si tratta di costruire una storia, né di lavorare per tematiche o di definire una cronologia, ma di riproporre la modalità di lavoro dell’artista, il suo modo di creare connessioni e relazioni di senso sempre nuove e imprevedibili tra le proprie opere, costruendo così un universo creativo nel quale il visitatore verrà accolto e coinvolto.
In questa delicata e allo stesso tempo energica narrazione, si incontrano forme, misure e elementi inconsueti; disegni che si inseguono in serie, dialogano con fili di rame intrecciati formando sulle pareti muti spartiti musicali; l’essenzialità delle sculture in terra cruda o in bronzo si accosta alla complessità dei grandi volti eseguiti attraverso la sovrapposizione di segni e materie. L’esposizione rivela un animo alla continua ricerca del dare forma al pensiero, mosso dall’emergere incessante di nuovi interrogativi.
La mostra è la seconda tappa di un progetto in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dove nell’estate 2011 si è tenuta l’esposizione Marisa Merz – non corrisponde eppur fiorisce.