Il progetto video di Michele Guido indaga sia nel microcosmo che nel macrocosmo il rapporto che c’è tra l’iconografia dell’arte classica e la visone dei corpi celesti nello spazio cosmico; tra le foto macro di alcune piante o fiori sezionati ed il movimento dei pianeti o la creazione di nebulose stellari.
Tra gli attori di questo elaborato: una stellaria solaris genera il mondo vegetale e di conseguenza l’amborella trichopoda primo fiore comparso sulla terra circa 130 milioni di anni fa; un girasole sembra creare le orbite che il satellite Gaia seguirà per mappare le stelle della Via Lattea.
Una visione su più livelli mostra l’analogia fra Marte e Venere di Sandro Botticelli, i pianeti omonimi e le costellazioni del Capricorno e dell’Acquario che disegnano la posizione dei corpi nell’opera della seconda metà del ‘400.
Ancora l’encephalatos horridus dà origine alla Geometria, il fiore di un giglio si trasforma in una pulsar tramite la sua struttura geometrica e la forma pentagonale dell’aquilegia proietta la forma della città di Torino per tornare di nuovo nello spazio.
Si potrebbe capire l’universo cosmico imparando a osservare l’universo delle piante?
Nello spazio esterno della Fondazione Merz il Tethered Satellite System1, lanciato durante la missione spaziale STS-46 dal 31 luglio all’8 agosto 1992. A raccontare quella missione sarà Michele Martino, responsabile dell’Ingegneria di Altec.
in collaborazione con ALTEC, INAF