Elisabetta Benassi posiziona nella vasca esterna della Fondazione una grande antenna radio, alta circa 12 metri, che riceve ed emette segnali. A questa è collegata una postazione con diverse strumentazioni e alcuni megafoni che durante la performance I have a date with outer space amplificano alcune frequenze radiotelegrafiche inviate da Civitavecchia atrraverso un testo in codice morse la cui frequenza sonora raggiunge il suo apice, la sua massima intensità con l’arrivo dell’oscurità; da quel momento il segnale sonoro cessa e diventa luminoso proseguendo verso l’infinito.
L’installazione mette in scena la “comunicazione nell’etere”. Un’antenna telegrafica, il segnale morse, il tentativo di sfruttare la tecnica ancora una volta, creando un meccanismo perfettamente funzionante, ma forzandone il limite intrinseco.
“Cosa rimane dell’espansione universale? L’energia non è più infinitamente raggiungibile, si è rarefatta e raggelata in forme rigide, è stata sottoposta ad una controprova.” Elisabetta Benassi
in collaborazione con la Galleria Magazzino d’Arte Moderna