Senza perdere di vista il tema principale, la poliedricità di Serena Dandini e la sua capacità di intrattenimento intelligente e vivace dà un punto di vista fuori dal coro.
Il dialogo tra lei e Costantino D’Orazio regala la possibilità di muoversi all’interno del mondo femminile, a partire dalla passione per i giardini: l’opera di Nicola De Maria “I fiori salutano la luna” viene messa a confronto con l’Annunciazione di Leonardo da Vinci, nel tentativo di trovare un filo conduttore tra la rappresentazione della natura tra antico e contemporaneo. Grazie alla visione onirica e affascinante del video di Luisa Rabbia “Travels with Isabella. Travel Scrapbooks 1883-2008”, si cerca di esplorare il paesaggio contemporaneo attraverso l’occhio femminile, che emerge nella discussione di fronte ai lavori di rame di Marisa Merz. Il binomio arte-donna, tanto caro a Serena Dandini, viene raccontato affrontando l’opera di Cindy Sherman, Nan Goldin o Vanessa Beecroft, che negli ultimi decenni hanno raccontato una femminilità molto nuova, affrontando in particolare il tema dell’identità di genere, uno dei soggetti più scottanti del dibattito contemporaneo.
Il pianista Roberto Prosseda esplora la sensibilità per la natura nel periodo romantico. Un viaggio evocativo attraverso la visionarietà di Liszt e Schumann, per i quali la natura si pone come spazio “altro”, come luogo fatato e ambito, obiettivo ideale e spesso mancato di intricati percorsi dello spirito. All’ascolto della selezione delle “Waldszenen” di Robert Schumann, la sensazione è più quella di un viaggio nell’interiorità del compositore che la descrizione dei paesaggi che punteggiano peraltro il racconto musicale.
All’opposto dell’intimismo di Schumann la “Leggenda” di Listz si pone tra misticismo e estroversione; anche qui la descrizione della natura sembra dare il via ad un percorso che la comprende per trascenderla.