Il parco Chiribiri, antistante la Fondazione Merz, attualmente soggetto a ridefinizione urbanistica da parte del Comune di Torino, sarà terreno di studio multidisciplinare tra arte, scienza e pianificazione ambientale.
Attraverso l’incontro con la cittadinanza ed un gruppo di studenti, l’artista Andrea Conte, dello studio Andreco, in collaborazione con la Fondazione Merz, condurrà un workshop di immaginazione radicale e progettazione aperta e multidisciplinare. L’obiettivo è di arrivare al progetto preliminare dell’intervento artistico che verrà poi realizzato tra il 28 novembre ed il primo dicembre, giorno della presentazione pubblica del progetto.
Il progetto si articola in tre momenti:
16 novembre dalle 15 alle 19: workshop con la cittadinanza e un gruppo di studenti
Verranno indagate potenzialità e possibili prospettive per il giardino, utilizzando approcci diversi che vanno dalla progettazione delle opere d’arte nello spazio pubblico, alla visione laterale a principi di cura, mutualismo, nature-based solution ed ecologia politica.
Se ti interessa prendere parte al workshop scrivi a edu@fondazionemerz.org, la call è aperta a tutti e la partecipazione è gratuita.
Dal 28 novembre al 1 dicembre: realizzazione dell’intervento artistico
1 dicembre ore 18: Artist talk, Immaginare futuri per il parco Chiribiri
Durante il talk, verranno restituiti gli esiti del workshop organizzato dalla Fondazione Merz e condotto da Andrea Conte per il progetto Node. Verranno inoltre riportati altri casi studio e progetti simili realizzati in altre città per poi aprire la presentazione al dibattito e al confronto con il pubblico.
“Come trasformare uno spazio in un luogo?
L’arte contemporanea nello spazio pubblico può interagire con pratiche ecologiche e sociali e contribuire a risignificare spazi e favorire ecosistemi urbani ?
Estetica, Etica, Oikos, Pathos, il titolo di un celebre album musicale è stato trasformato conservando il suono, in ogni caso le componenti che entrano in gioco per rapportarci al presente e agli spazi in cui viviamo sono molteplici.
Le città possono essere luoghi piacevoli o spaventosi, respingenti o accoglienti, possono favorire integrazione e produzione culturale o discriminare e marginalizzare attraverso il vuoto e l’ignoranza.
La progettazione dello spazio pubblico sta diventando sempre più importante per migliorare la qualità della vita urbana, per favorire la socialità, l’ambiente e la salute della città e dei suoi abitanti. Superata la dicotomia natura-cultura, anche la città può essere considerata come un ecosistema, un grande corpo, un organismo complesso fatto di persone, animali, piante, rocce sottratte alle montagne e compattate in parallelepipedi che vengono chiamati edifici, particelle che si spostano in atmosfera, metalli che formano arredi urbani. Una buona interazione tra questi elementi è auspicabile per ottenere una piacevole sinfonia. Esercitare l’immaginazione radicale ci permette di visualizzare futuri desiderabili per gli spazi in cui viviamo.”
La partecipazione al talk è libera e aperta a tutti.
L’attività si inserisce nell’ambito del progetto “Le cose che abbiamo in comune”, coordinato da Associazione Comala e finanziato dalla città di Torino (su Asse 6 – misura TO6.2.1.a REACT TO COVID).
Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare presidi culturali di comunità sull’asse che va da piazza Benefica (Cit Turin) alla Fondazione Merz e i giardini Chiribiri (San Paolo) passando per l’ex Caserma La Marmora di Corso Ferrucci (punto di congiunzione tra i due quartieri), con un programma ampio, continuativo ed eterogeneo di eventi e appuntamenti culturali.