Scusi non capisco è una rassegna di appuntamenti durante i quali il pubblico viene condotto all’ascolto e all’interazione con ospiti d’eccezione appartenenti a ambiti artistici differenti. Il format prevede degli incontri in presenza o in diretta sui social media.
Il progetto intende andare incontro all’esigenza del grande pubblico di comprendere meglio i linguaggi e il pensiero che stanno dietro le opere di arte contemporanea.
Gli operatori della Fondazione, molto attenti alle istanze dei visitatori, già da tempo avevano colto lo smarrimento di alcuni di essi di fronte alle opere in mostra, pur non ricevendo in altrettante occasioni, richieste esplicative per soddisfare la necessità di una maggiore comprensione che andasse anche al di là del percorso guidato all’interno del museo.
Ci è sembrato fondamentale, porre il problema nei seguenti termini: l’arte deve esprimere idee, sentimenti, emozioni, pensieri; deve dare una chiave di lettura possibile delle realtà che viviamo, deve costruire punti di vista privilegiati per imparare a guardare senza pregiudizio, deve dare strumenti di conoscenza, deve aprire al mondo.
Un luogo, come il museo può essere quello giusto nel quale riconoscere la propria sensibilità e aiutarci ad assumere il giusto atteggiamento per meglio comprendere. Ognuno di noi, se spogliato dei tanti pregiudizi che inficiano l’apertura verso qualsiasi mondo che non sia il proprio, può e deve cercare di capire, anche nel modo dell’arte.
Questo può avvenire se a confermarci la difficoltà che abbiamo, è un personaggio conosciuto e stimato attraverso i luoghi della vita quotidiana, un medico, un politico, un giornalista; oppure celebrato dai media, popolare nei programmi di intrattenimento televisivo, nel cinema, nel teatro; persone che, ammettendo di non capire ciò che vedono in un museo di arte contemporanea, possano contribuire a legittimarci nel racconto, altrimenti inconfessabile, della nostra presunta ignoranza artistica.
Nessuno ama la propria ignoranza, ma è importante riconoscerla, non temerla e trasformarla in conoscenza. Se a dirci “Scusi, non capisco” non è una persona qualsiasi, certamente ha l’effetto della confidenza e dell’umiltà di dichiararla in pubblico. A tutti, ma proprio a tutti, può succedere di non capire ciò che si guarda, e al senso di inadeguatezza iniziale deve seguire la curiosità magari attraverso lo stimolo dato da chi ha la certezza di essere amato e accettato come un personaggio pubblico.